I suggerimenti di Orlando Pizzolato. "Il defaticamento è la piacevole parte finale di un allenamento impegnativo. Scrivo "piacevole" perché si corre allentando le tensioni mentali che di solito sono richieste nello sforzo precedente, e si assapora la soddisfazione di aver concluso la seduta; in questi pochi minuti di corsa blanda si ripensa, anche condividendo con i compagni di corsa, le sensazioni avvertite nei chilometri precedenti. Mentre nel riscaldamento le tensioni nervose aumentano in previsione dello sforzo che di lì a poco si va a sostenere, nel defaticamento queste tensioni si allentano e questa parte finale della seduta appare appunto come una forma di rilassamento psicologico. La componente fisica positiva del defaticamento è correlata a favorire l'allentamento delle tensioni muscolari e dei metaboliti prodotti sotto sforzo. In definitiva, il defaticamento racchiude vari aspetti positivi, e per questo è caldamente raccomandato dagli allenatori. Se assecondassi anch'io questa situazione, mi schiererei a favore della maggioranza e queste poche righe avrebbero il contenuto di una "minestra riscaldata". Ecco quindi che riporto invece una parte provocatoria della mia riflessione: il defaticamento non serve. Sono certo che numerosi podisti affermeranno che lo avevano sempre pensato, ma tale affermazione deriva essenzialmente dal non avere né il tempo, né la voglia di eseguirlo. Sottolineo che quando indico l'inutilità del defaticamento è chiaramente una provocazione, ma procedo con un paio di riflessioni. Mi sono imbattuto in una ricerca dove si evidenzia che l'entità dello smaltimento dei cosiddetti “metaboliti dello sforzo” non cambia tra i podisti che svolgono e quelli che non svolgono il defaticamento. A 4 ore dal termine di una seduta di alta intensità, la ricerca ha evidenziato che l'entità del lattato è uguale per le due categorie studiate. Inoltre, sono convinto che fare 5-10' di corsa ad un'andatura molto blanda sia sfavorevole rispetto a correre ad un ritmo "normale". Vale a dire, un podista che fa la corsa lenta a 4'30"/km potrebbe fare il defaticamento a 5'/km circa, mentre spesso corre a 5'30"/km - se non anche a 6'/km. Questo aspetto non è rilevante in termini di stimolo fisiologico, perché non si ricerca alcun adattamento durante il defaticamento; come riferito in precedenza, a fine seduta si corre per rilassarsi. Ritengo invece che sia stimolante usare una parte del "defaticamento" come ulteriore forma di stimolo, che vada ad ampliare gli effetti delle sollecitazioni ricercate nel corso della seduta. Per esempio, il maratoneta potrebbe percorrere 5km di corsa lenta dopo aver svolto una serie di ripetute sui 1000 o 2000m. In questo caso specifico di “defaticamento modificato”, propongo di percorrere 1, 2, anche 3km al ritmo della corsa media dopo avere completato la parte specifica della seduta. L'intensità della corsa media (o del ritmo della maratona) è un'andatura che non determina alterazioni fisiologiche particolari - come per es. accumulo di lattato e quindi di incremento dell'acidità del sangue - piuttosto favorisce lo smaltimento dei "metaboliti della fatica" per effetto dell'ossigenazione muscolare, che risulta maggiore rispetto all'andatura pigra del defaticamento. In definitiva, penso che sia preferibile dedicare quei pochi minuti di corsa di fine allenamento a sostenere uno stimolo che vada ad amplificare l'effetto della seduta, piuttosto che procedere con una corsa di dubbia efficacia funzionale.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 05 febbraio 2025 alle 06:03
Autore: Redazione Tuttorunning
vedi letture
Print