Questa la newsletter di Orlando Pizzolato. "In passato fa avevo trattato l'argomento relativo al trasporto dell'ossigeno, dai polmoni alle fibre muscolari, ed avevo preso a riferimento l'attività di Amazon per indicare i vari passaggi. Avevo riferito che l'attività di trasporto del noto corriere della multinazionale americana terminava sulla porta di casa. Una volta consegnato il pacchetto, contenente nel nostro caso una molecola di ossigeno, il passaggio successivo alla lavorazione di questa merce è a carico nostro. Fisiologicamente parlando l'ossigeno, dopo essere stato prelevato negli alveoli, trasportato dal sangue e spinto in circolo dal cuore attraverso la rete di vasi, arriva alla fibra muscolare e in modo specifico al mitocondrio. Immagino abbiate sentito parlare di questo organello, che ha il compito di produrre energia (con la molecola di ATP). La sua forma ricorda quella di un arachide, composta da una membrana esterna (la buccia), un'altra interna (la "pellicina"). L'interno non è però come quello delll'arachide, ma ci sono tante sottili “pieghe”, definite creste. Questo organello, come indicato prima, produce energia - un processo definito “respirazione cellulare” - usando il glucosio e l'ossigeno. Nel mitocondrio si produce molta energia, e quindi è di grande vantaggio averne tanti, anzi di più. Un soggetto allenato ha una quantità di mitocondri pari a una volta e mezza quella di un sedentario. L'allenamento quindi ha un'influenza favorevole nell'aumento del numero di questi organelli. In questo processo di proliferazione si può affermare che quanto più si corre, tanto maggiore è il processo di moltiplicazione. Lo stimolo all'espansione vale sia in termini di numero di allenamenti, sia di durata della seduta. Inutile che lo sottolinei, perché è un ragionamento che va da sé: chi corre due volte al giorno non ha solo una quantità doppia di mitocondri, ma arriva ad essere più che tripla. Attenzione però perché vale anche la “regola” del processo inverso: una riduzione del carico di allenamento determina un calo consistente dei mitocondri, tanto che in un soggetto che si allena tutti i giorni, questi organelli calano di tanto anche se ci si allena 5 volte la settimana, e questa situazione di verifica già in due settimane. Un altro aspetto che il podista deve prendere in considerazione per evitare di vedere ridursi il proprio patrimonio di mitocondri, è la frequenza di sedute. Se non ci si allena per 72 ore, la cosiddetta “trascrizione” - vale a dire lo stimolo a completare il processo di crescita dei mitocondri - si annulla, e la funzione nella produzione di energia è soppressa. A dire il vero, ciò avviene anche prima (in laboratorio si è notato già dopo 54-56 ore). Insomma, la quantità di allenamento e la frequenza degli stimoli che si danno al corpo, hanno rilevante influenza sul numero dei mitocondri. Ma quale tipo di allenamento rappresenta il migliore stimolo per l'attività dei mitocondri?
È interessante verificare che, in relazione all'intensità della seduta, nel mitocondrio avvengono specifiche variazioni nella produzione di energia.
L'allenamento ha effetto su tre aspetti dei mitocondri:
1) dimensioni
2) contenuto
3) funzioni
Per questa volta mi soffermo solo sull'aspetto quantitativo dello stimolo, che ha effetto sulla quantità dei mitocondri, ma parzialmente. Dopo sei settimane di allenamenti di bassa e media intensità (pari rispettivamente al 60-70% e al 80% del VO2max) il numero di mitocondri si stabilizza. Chi svolge due sedute al giorno il periodo di evoluzione mitocondriale si allunga a 10 settimane. Cosa avviene dopo? Il numero degli organelli non aumenta più, ma i mitocondri aumentano di volume (diventano più grandi), un aspetto non tanto positivo perché non aumentano le funzioni di queste “centraline energetiche”.
Nella prossima newsletter indicherò quale dovrebbe essere l'evoluzione mirata degli stimoli (allenamenti) per agire sulle altre tre funzioni mitocondriali indicate prima".
 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 dicembre 2024 alle 06:33
Autore: Redazione Tuttorunning
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