Dopo che la maratoneta di 33 anni Rebecca Cheptegei era morta a causa di una aggressione violenta, bruciata viva dall’ex compagno nel corso di una discussione pare per una vicenda legata alla proprietà del terreno su cui aveva costruito la propria casa, ora a distanza di giorni dal decesso dell’atleta, c’è stata la morte dell’autore di questo gesto inaccettabile, ricoverato anch’egli in terapia intensiva per le ustioni che ricoprivano il 30% del suo corpo. Dickson Ndiema è deceduto a distanza di più di una settimana dall’imboscata che aveva teso all’ex compagna e nonostante le cure immediate e il ricovero, non ha superato quell’attacco fatale. Gli amministratori locali hanno affermato che i due erano in conflitto per un piccolo appezzamento di terra nel Kenya nordoccidentale, che sarebbe all’origine delle tensioni tra i due. Rebecca Cheptegei era morta dopo giorni di lotta, malgrado le sue condizioni fossero parse molto gravi per via delle ustioni presenti sul 75% del corpo. L’attentatore, invece, le è sopravvissuto qualche giorno ed è spirato lunedì sera nel reparto di terapia intensiva dove era stato ricoverato con ustioni su oltre il 30%. L’atleta quando iniziò ad appassionarsi all’atletica, nel 2008, si arruolò nelle Forze di difesa popolare dell’Uganda e raggiunse il grado di sergente. La sua carriera sportiva ha incluso la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi di quest’anno. Sebbene sia arrivata 44a nella maratona, la gente della sua zona la chiamava “campionessa” memore dei successi pregressi. Viveva a Chepkum, un villaggio in Kenya a circa 25 km (15 miglia) dal confine con l’Uganda

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 10 settembre 2024 alle 17:40
Autore: Redazione Tuttorunning
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